Non Idoneo/a…e ora? Indicazioni utili in caso di non idoneità psicoattitudinale ai concorsi di Forze Armate e Forze dell’Ordine.
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Sentirsi proclamare non idonei a livello psicoattitudinale non fa piacere. Anzi, fa male. E forse deve fare male ancor più che sentirsi proclamare non idonei in altri tipi di prove o accertamenti.
Deve fare particolarmente male, forse anche spaventare, perché non riguarda il “quanto hai studiato”, o “il quanto ti sei allenato”. Riguarda in qualche modo direttamente la tua persona. Si tratta, per certi versi, di un vero e proprio “rifiuto” istituzionale riguardo al “chi sei”, prima ancora e più che al “cosa sai” o al “cosa sai fare”.
E, lo sappiamo tutti: le reazioni, i pensieri, le emozioni e le azioni conseguenti possono essere le più disparate.
Non Idoneo/a…e ora? La ferita del “rifiuto”
Sulla base della mia trascorsa esperienza di Ufficiale psicologo addetto alla Selezione Psicoattitudinale ho assistito a reazioni che andavano dalle lacrime più disperate, passando per reazioni “contenute” (la maggior parte), sino ad arrivare a vere e proprie scenate di rabbia. Spesso (per non dire sempre), reazioni emotive forti corrispondono a ferite altrettanto profonde.
Non Idoneo/a…e ora? Non generalizzare.
Per tali ragioni, e posto che la non idoneità psicoattitudinale si riferisce SEMPRE al momento della valutazione e che giammai costituisce una “bolla di scomunica” a vita dai concorsi militari e di polizia, vorrei condividere con te alcune indicazioni che spero possano aiutarti, da una parte, a ridimensionare la portata emotiva connessa a tale circostanza, dall’altra, a stimolare la riflessione necessaria per cercare di trasformare la non idoneità psicoattitudinale in una preziosa occasione di apprendimento.
Non Idoneo/a…e ora? Indicazioni utili.
1. Contieni le tue emozioni
Il mio primo accorato consiglio è di contenerti SEMPRE in una circostanza formale, com’è quella appunto della proclamazione psicoattitudinale notificata da una Commissione. Questo scontato, ma non banale, consiglio te lo sto dando non (sol-)tanto per un tornaconto utilitaristico (per evitare di lasciare un’immagine di te “negativa”), quanto per preservare il tuo senso di autoefficacia. Perdere il controllo, infatti, qualunque sia la circostanza, rischia di alimentare ulteriormente il fantasma della scarsa autostima o dello scarso autocontrollo, ovvero le credenze di inefficacia personale (“non ce la faccio”, “sono un/a buono/a a nulla”, ecc.).
Tali credenze, una volta che le hai alimentate con “evidenze comportamentali concrete”, diventeranno sempre più ingombranti e difficili da scardinare. Quindi, prima di entrare nella temuta stanza delle notifiche, tira un bel respiro e poniti nella condizione mentale di accettare responsabilmente qualunque decisione ti sarà comunicata, anche se spiacevole.
2. Non sei pazzo/a!
In secondo luogo, devi assolutamente tenere bene a mente che essere valutati non idonei a livello psicoattitudinale non significa che sei pazzo/a, che hai qualcosa di grave o patologico e, soprattutto, che non vai bene così come sei “ora, sempre e ovunque” (ovvero in qualsiasi altro contesto lavorativo). La non idoneità è, come ho accennato sopra, sempre riferita al qui e ora dei test e del colloquio psicoattitudinale; questo per dire che hai sempre la possibilità di poter sovvertire un esito simile.
3. Non aver timore di fare domande
Non temere di chiedere onestamente e in modalità “proattiva” delle osservazioni in merito alle motivazioni della tua non idoneità. Oppure di chiedere delucidazioni riguardo a termini magari, per te, dal significato oscuro o poco comprensibile. Questo te lo suggerisco, non per intentare inutili ricorsi o fare le pulci alla Commissione. Te lo suggerisco perché, senza una motivazione riguardo alle criticità emerse, ti mancherà poi la base da cui partire per apportare i cambiamenti auspicati.
Ovviamente quando la notifica non avviene in presenza della Commissione, l’unica possibilità di conoscere in modo approfondito le motivazioni della tua non idoneità sarà quella di esercitare (gratuitamente) il tuo diritto di accesso agli atti amministrativi.
4. Rifletti a mente “fredda”
Quarta indicazione: non provare mai a riflettere quando il volume emotivo è troppo assordante. E’ inutile! Il tuo corpo ti sta informando, più o meno esplicitamente, che non c’è alcuno spazio per riflettere. Solo quando sei riuscito/a a calmarti, allora puoi cominciare. Innanzitutto, devi partire dalle motivazioni che ti sono state comunicate. Non commettere mai l’errore di “rimandarle al mittente”, liquidandole con la convinzione che ci sarà stato un errore.
Non che psicologi, psichiatri e periti selettori militari non possano sbagliare, intendiamoci. Siamo esseri umani e quindi fallibili per definizione. Ciò nonostante, per amore delle probabilità: è molto più probabile che non siano stati commessi errori di valutazione. Inoltre, le tue riflessioni dovrebbero partire a prescindere da tale possibilità.
Primo, perché ormai sei stato/a proclamato/a non idoneo/a e, qualunque sarà la tua reazione nell’immediato, l’esito attuale non cambierà.
Secondo, perché già in questa fase, ti posso dire con relativa certezza, che se dimostri poca capacità di autocritica, non andrai molto lontano. E questo accadrà perché non riflettendo, non contemplando nemmeno per un istante il dubbio che quelle “critiche” possano effettivamente avere un qualche fondamento, non accrescerai la tua consapevolezza, non integrerai il tuo senso di autoefficacia con nuovi sensi e significati più aderenti al ruolo per cui ti stai candidando.
Sostanzialmente, resterai sempre la stessa persona. D’altro canto, se fai parte dell’altro polo “estremo”, di chi prova una scarsa autostima, anche qui la distanza percorsa sarà minima senza un lavoro psicoterapeutico. Poiché per te, la non idoneità non solo sarà stata “giusta e sacrosanta”, ma addirittura meritata in chiave punitiva. Perché ti ritieni indesiderabile, inqualificabile e, nei casi più severi, indegno/a.
Infine, rifletti attentamente sulla tua motivazione iniziale. Chiediti Perché vuoi diventare Militare? Non è infrequente, nella mia esperienza, trovare le falle proprio in questa domanda fondamentale del colloquio.
5. Non aver paura di chiedere aiuto
Ecco, in questi casi, mi sento di consigliare senza timore di smentita un percorso terapeutico prima di prendere in considerazione la possibilità di ricandidarti. Se invece ti ritrovi, seppur dolorosamente, in una posizione “intermedia”, ossia a fare ammenda della battuta d’arresto e a cercare di migliorarti, anche a prescindere dal tuo grado di accordo con il giudizio della Commissione, ovviamente in questo caso le tue chance di potercela fare aumenteranno considerevolmente. Come ho già detto altrove (L’ABC della Selezione Psicoattitudinale), non sono affatto pochi i candidati che riescono a risultare idonei al secondo tentativo o più.
6. Accettare i propri limiti
Infine, per onor del vero e per, in un certo senso, controbilanciare il mio ottimismo e i miei inviti a perseverare con un possibile dato di realtà, nonostante tutto questo lavoro su di sé, si potrebbe essere ancora valutati non idonei a livello psicoattitudinale. E questo, bada, non significa che “hai qualcosa che non va” in assoluto. La selezione non si deve mai considerare alla stregua di una valutazione psicodiagnostica tout court.
Perché potrebbe essere, per esempio, che a livello psicologico tu sia la persona più armonica, integrata ed equilibrata di questo mondo ma, da un punto di vista attitudinale, non corrispondere al profilo atteso dai selezionatori. Corrispondenza che ti consiglio di leggere sempre in chiave bidirezionale: non sei soltanto tu a non andar bene per quell’Organizzazione, ma è vero anche il contrario, probabilmente.
Non Idoneo/a…e ora? Quando la rinuncia diventa vittoria.
Oppure, sempre per totale onestà, potrebbero emergere effettivamente delle alterazioni della sfera psichica di una certa rilevanza (per esempio a seguito di gravi traumi, abusi, deprivazioni infantili, ecc.) per cui, in questi casi, l’obiettivo della cura di sé avrà l’assoluta priorità rispetto a quello selettivo e, in tali circostanze, la non idoneità assurgerà a vera e propria protezione nei confronti della tua Persona. I compiti militari e di polizia, infatti, possono esporti a situazioni molto stressanti e, talvolta, potenzialmente traumatiche!
Non Idoneo/a…e ora? La dura via del Ricorso.
Prima di concludere vorrei parlarti brevemente della possibilità di intentare un ricorso (al TAR o al CdS). Te lo dico senza troppi giri di parole: la strada del ricorso è ardua e impegnativa. E’ ardua perché, come ho specificato sopra, la possibilità di incappare in una errata valutazione, sostanziale o formale, non è così frequente come potrebbe sembrare a quanti vengono valutati non idonei a livello psicoattitudinale.
Si ha a che fare con professionisti esperti e scrupolosi che non prendono affatto alla leggera la questione. E’ impegnativa, ovviamente, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista emotivo. Il ricorso ha un costo di svariate centinaia di euro, più spesso di qualche migliaio. Inoltre, il peso emotivo dell’attesa circa l’esito che, sovente, potrebbe protrarsi anche a lungo nel tempo, non è affatto da sottovalutare.
Con questo, però, non sto cercando di demoralizzarti o scoraggiarti sei hai maturato questa decisione. Ti sto soltanto dicendo di essere veramente certo/a di esserti trovato/a direttamente (e non “per sentito dire”) nella posizione di aver vissuto un’ingiustizia. E in ogni caso, sarebbe consigliabile sentire prima un/a avvocato per concorsi militari serio/a e competente che ti possa aiutare nel separare i “fatti” potenzialmente rilevanti, dai “sentimenti” che, per quanto vissuti sinceramente, potrebbero non avere nessuna rilevanza tecnica (leggi anche Ricorso nei Concorsi Militari e di Polizia).
Non Idoneo/a…e ora? La via della Resilienza.
Insomma, meglio, per richiamare il vero intento di questo post, la via del locus of control interno, ovvero la strada della riflessione, onesta e coraggiosa, circa le criticità psicoattitudinali che possono aver decretato il tuo insuccesso. Solo così, a mio avviso, puoi avere, per lo meno, la certezza di averci provato fino in fondo, ovvero di aver esaurito tutte le possibilità direttamente dipendenti dal tuo controllo. Perché è qui, che a mio avviso, si nascondono le ragioni più frequenti di un insuccesso: nel non aver dato tutto e fino in fondo.
Qualunque sarà il tuo destino concorsuale, ti lascio con una frase di Nelson Mandela che, personalmente, ritengo una vera e propria rivoluzione di paradigma:
“Non perdo mai: o vinco o imparo”.
Non Idoneo/a…e ora? Impara dagli errori.
Se ti trovi nella condizione di voler, dunque, “imparare” dagli errori al fine di decretare il tuo successo, concorsuale o di vita, contattami per ricevere una consulenza.
Sono il dott. Vincenzo Castaldo, già Capitano Psicologo Selettore Militare.
Per diversi anni sono stato proprio uno di quei selettori che incontrerai al tuo concorso.
Grazie alla mia esperienza pluriennale nella selezione e nella preparazione psicoattitudinale, pertanto, posso riproporre un accertamento attitudinale estremamente efficace e professionale (batteria Test Psicoattitudinali + Colloquio Psicoattitudinale).
Scopo dell’accertamento sarà, innanzitutto, effettuare una REALE valutazione psicoattitudinale, proprio come faranno i selettori del tuo concorso.
Inoltre, sulla base di questa valutazione preliminare e grazie all’attività di orientamento psicoattitudinale, ti fornirò tutte le indicazioni per orientarti e migliorarti altrettanto realmente a livello psicologico e attitudinale.
Infine, al termine degli incontri, sarà garantito supporto psicoattitudinale (domande, dubbi e rivalutazioni) fino al giorno dei tuoi accertamenti veri e propri.
Invictus Concorsi non prepara le risposte, ma la Persona che risponde.