Mi parli di lei. Presentazione Efficace al Colloquio Psicoattitudinale Militare, Polizia, Concorsi Pubblici e Lavoro Privato. A cura del dott. Vincenzo Castaldo, già Capitano Psicologo Selettore Militare e fondatore di Invictus Concorsi.
Se è la prima volta che partecipi ad un concorso militare o di polizia, potresti trovare utile questa Guida ai Concorsi Militari e di Polizia.
Mi parli di lei Presentazione Efficace – Semplice non vuol dire banale
Ho sempre considerato la domanda “Mi parli di lei” un pò come la domanda a piacere che, nelle giornate più fortunate, potevamo ricevere a scuola dai nostri insegnanti.
E, non so a voi, ma a me la “domanda a piacere”, incuteva sempre un certo timore.
Questa maggiore libertà accordata, infatti, richiedeva anche una dose maggiore di responsabilità a noi studenti.
Ovvero, la responsabilità di scegliere bene la domanda. Perché, diciamocelo pure, se andavi male in un argomento a piacere, figuriamoci in quelli scelti dal docente!
Insomma, sembra una domanda così semplice, eppure, a ben pensarci: Cosa dire quando ti chiedono di parlare di te? Da dove si comincia? Quali argomenti includere e quali, invece, è meglio escludere? C’è un ordine da seguire? E, infine, come si può chiudere una presentazione personale ad un colloquio, ammesso esista una “chiusura”?
Alla luce di questa premessa e di queste domande iniziali, una prima considerazione che mi sento di condividere è che la semplicità non significa banalità.
Anzi, oserei affermare che spesso la semplicità implica un processo per arrivarci. Spesso fatto di fatica, riflessioni e cernite.
Presentazione Efficace – Il tuo biglietto da visita
Un’altra metafora che ritengo molto utile, questo più che altro per valutare le presentazioni che mi sottopongono i miei clienti, è di natura “tipografica”.
Mentre le persone si presentano li immagino intenti a scrivere, tagliare cartoncini e stampare informazioni. E, infine, al termine della presentazione visualizzo il risultato a mo’ di biglietto da visita.
E, ahimè, almeno nella mia esperienza, la maggior parte dei candidati non presta quasi alcuna cura nella costruzione di una efficace presentazione personale.
Lasciando il tutto al caso o all’improvvisazione.
Spesso, infatti, si oscilla tra biglietti da visita praticamente vuoti (presentazioni estremamente sintetiche, dell’ordine anche di pochi secondi: nome, cognome e provenienza) e altri, oserei dire all’estremo opposto, fin po’ troppo “sgargianti” (presentazioni prolisse e poco pertinenti, che inevitabilmente saranno interrotte).
Entrambe queste “derive”, hanno in comune il fatto di essere presentazioni “mozze”. E, a questo punto, anche i candidati più sprovveduti (che non hanno riflettuto seriamente su se stessi e sulle proprie scelte), nel profondo sentono da qualche parte che non si è partiti col piede giusto. Infatti, nei casi di presentazioni iniziali non efficaci, puoi star certo che il candidato assumerà uno sguardo interrogativo. Per la serie: “avrò detto tutto quello che voleva sapere?”.
Invece, in quanto biglietto da visita personale, o “domanda a piacere” per riprendere la metafora scolastica di cui sopra, è indispensabile porre tra le mani dei selezionatori, un biglietto da visita efficace ed efficiente.
Perché, per fortuna o purtroppo: la prima impressione conta (a tal proposito potresti trovare utile anche Come vestirsi al colloquio psicoattitudinale).
Vediamo, dunque, come costruire una presentazione efficace in risposta alla domanda “Mi parli di lei”. In modo da esser certi di aver detto tutto ciò che andava detto e togliersi quello sguardo finale da punto interrogativo.
Mi parli di lei – Come rispondere per una Presentazione efficace
Per costruire una presentazione personale efficace in un colloquio o intervista, è sufficiente riflettere e rispondere a 3 domande:
- Chi?
- Cosa?
- Perché?
Mi parli di lei – Chi?
Chi, si riferisce alla parte anagrafica:
- saluto iniziale (buongiorno, buon pomeriggio, spero per te di no…buonasera)
- grado/incarico (se già militari in servizio), nome, cognome, età
- provenienza (io la chiamo “geolocalizzazione”)
In particolare, la propria provenienza, può iniziare a dire qualcosa rispetto al nostro substrato sociale e micro-culturale.
L’Italia, per carità è una, ma sappiamo tutti che può essere alquanto diverso crescere e vivere in un piccolo borgo del centro Italia o in una grande città.
Insomma, con la risposta al CHI, consentiamo al selezionatore di posizionarci intanto su una mappa. Quello che una volta nei paesini facevano gli anziani quando ti chiedevano: “a chi sei figlio/a”. Osservazione datata e desueta, lo so, ma che ritengo ancora efficace, anche in questa società liquida (o, meglio, liquefatta).
Mi parli di lei – Cosa?
Cosa, attiene a tutto ciò che fai o hai fatto nel tuo recente passato:
- studi
- lavoro
- interessi e hobby
- relazioni significative (con chi trascorri maggiormente il tuo tempo sociale)
- carattere (pregi e difetti*)
Occhio, però: non fare, quello che io chiamo, “l’elenco della spesa”.
Ovvero, un’accozzaglia di eventi, magari presentati anche in ordine cronologico, che però non dicono nulla di te e parlano solo di fatti “sterili”. Quando parli di cosa fai, per rendere la narrazione intimista e interessante (ovvero che parla anche un po’ di te, non solo dei “fatti”), dovresti assolutamente far riferimento a, quelli che io chiamo, i “perché” e i “percome”.
I perché si riferiscono al perché hai deciso di fare una certa cosa, che sia un lavoro, uno studio o un hobby.
I percome fanno invece riferimento ai nutrimenti personali che quella determinata attività o relazione ha apportato alla tua persona/lavoratore.
Dunque, se, per esempio sei un VFI in servizio o in congedo (ma vale per qualsiasi altro lavoro), non dirmi solo da quanto tempo e dove sei assegnato e con quale incarico. Dimmi pure cosa ti piace di questo impiego attuale. Come ti ha permesso di migliorarti in quanto persona e in quanto professionista.
Insomma: devi valorizzare (senza scadere nell’arroganza o peggio nelle balle) tutto ciò che di positivo hai esperito nella tua vita scolastica, professionale, privata, relazionale.
(*) Dato che la presentazione personale, ove accordata, rappresenta l'unico frangente in cui io candidato ho il "potere" di decidere cosa premettere al colloquio della mia persona, al limite, si possono anche omettere in prima battuta i nostri difetti. A voi la scelta. Questo perché in un'ottica "auto-valorizzante", ci può anche stare il sottolineare soprattutto il meglio di noi. Ma, attenzione: alla più che probabile richiesta dei vostri difetti, non esitate minimamente a comunicarli!
Quali difetti dire al colloquio?
A voler essere sinceri sul proprio carattere, cosa che suggerisco sempre caldamente, dobbiamo inevitabilmente citare anche i nostri limiti (difetti), oltre ai punti di forza.
E, qui, arriva la buona notizia che può farci tirare a tutti noi un bel sospiro di sollievo: nessuno è perfetto!
Ergo, non aver timore di citare, oltre alle tue qualità, anche i tuoi limiti personali. Magari supportando, ove richiesto, le tue affermazioni sul tuo carattere con degli esempi concreti.
Dunque, la cosa veramente importante, non è verificare se hai dei limiti o meno, ma che rapporto intrattieni con essi in termini di:
- consapevolezza (conosco i miei limiti);
- accettazione (accetto i miei limiti);
- predisposizione al miglioramento (pur conoscendo ed accettando i miei limiti, non rinuncio alla possibilità di potermi migliorare).
Per approfondimenti, ti rimando all’articolo dedicato: Pregi e Difetti Come rispondere al colloquio.
Mi parli di lei – Perché?
Quei pochi candidati che si presentano in modo efficace, ossia citando tutte le informazioni di cui sopra (chi sono, cosa fanno, perché e percome), spesso finiscono comunque per commettere l’errore fatale di non rispondere al perché.
Il perché rappresenta, a mio avviso, un vero e proprio atto di intelligenza situazionale.
E’ la chiusura di un cerchio altrimenti lasciato aperto, mozzo, per riprendere la metafora di cui sopra (presentazioni troppo brevi o troppo lunghe).
Non citare il perché è come dire: ti dico chi sono e cosa faccio, ma non ti dico la cosa più importante, ossia: perché, alla luce di chi sono e cosa faccio, ho deciso di candidarmi per questa posizione.
Perché, oggi, in questo preciso istante, qui e ora, io candidato sono di fronte a te selettore.
Insomma, se sei ad un colloquio di lavoro, sei lì per un obiettivo molto preciso.
E, non fare alcun cenno alla motivazione che ti ha spinto a perseguire l’obiettivo prefissato, rappresenta un atto di vera e propria miopia comunicativa.
Ergo, assolutamente e necessariamente, la tua presentazione deve concludersi con la o le motivazioni che ti hanno spinto a presentare la tua domanda e relativa candidatura.
Inoltre, quanto alla durata totale della presentazione, suggerisco di argomentarla in 2-3 minuti.
E, arrrivati a questo punto, se ti stai chiedendo come costruire una motivazione efficace, clicca qui sull'articolo dedicato Perché vuoi diventare Militare?
In questo articolo, troverai delle utili linee guida per arrivare a costruire una motivazione autentica, ragionata e, soprattutto, sentita. Perché, non c’è cosa peggiore che possa accadere in un colloquio di lavoro di non riuscire a comunicare efficacemente le ragioni delle TUE scelte!
Mi parli di lei – Esempio di presentazione al colloquio
Arrivati a questo punto, vediamo un esempio di presentazione al colloquio psicoattitudinale costruito sulla base delle 3 domande di cui sopra (CHI – COSA – PERCHE’).
“Buongiorno, mi chiamo Mario Rossi, ho 22 anni e vivo a Roma.
Ho conseguito il diploma in Informatica con la votazione di 77/100. Indirizzo che ho scelto per la mia passione per le nuove tecnologie e l’informatica. Dopo gli studi ho effettuato un breve soggiorno linguistico in Inghilterra, sia per migliorare il mio inglese, che per mettermi alla prova.
Successivamente, ho effettuato prima uno stage e poi sono stato assunto presso una società che si occupa di programmazione e assistenza informatica. Grazie a questo impiego ho avuto la possibilità di mettere a frutto le mie conoscenze informatiche e, al contempo, di migliorare le mie competenze, soprattutto per quanto riguarda il contatto con i clienti e la capacità di soddisfare esigenze diverse.
Al momento vivo con la mia famiglia, composta dai miei genitori e da una sorella maggiore. Nel tempo libero pratico sport, in particolare nuoto e corsa. Suono la chitarra e mi piace trascorrere del tempo, possibilmente all’aria aperta, con la mia fidanzata e i miei amici. A livello caratteriale mi definirei tenace, leale e altruista. Invece, per quanto riguarda qualche aspetto da migliorare, direi l’essere un po’ testardo con le persone più intime e talvolta diffidente con gli estranei.
Ho deciso di candidarmi come allievo Carabiniere perché credo fermamente, tra gli altri, nei valori di Giustizia e Solidarietà e mi piacerebbe dare il mio contributo in prima linea, a favore della comunità. In particolare, e posto il favore dell’Arma, mi piacerebbe avere la possibilità di essere impiegato a livello territoriale, attraverso i nuclei radiomobili. Ma non mi dispiacerebbe affatto mettere a frutto anche le mie competenze informatiche, magari presso il Reparto Tecnologie Informatiche del Racis”.
Preparazione Psicoattitudinale con Invictus Concorsi
Se l’articolo ti è servito ad orientarti nella costruzione della tua presentazione personale e a rispondere alla domanda “mi parli di lei”, ma vuoi comunque ricevere un parere esperto in merito, contattami.
Sono il dott. Vincenzo Castaldo, già Capitano Psicologo Selettore Militare.
Per diversi anni, dunque, sono stato proprio uno di quei selettori che incontrerai al tuo concorso.
Grazie alla mia esperienza pluriennale nella selezione e nella preparazione psicoattitudinale, posso riproporre un accertamento attitudinale estremamente efficace e professionale (batteria Test Psicoattitudinali + Colloquio Psicoattitudinale).
Scopo dell’accertamento sarà, innanzitutto, effettuare una REALE valutazione psicoattitudinale, proprio come faranno i selettori del tuo concorso.
Successivamente, sulla base di questa valutazione preliminare e grazie all’attività di orientamento psicoattitudinale, ti fornirò tutte le indicazioni per orientarti e, se necessario, migliorarti altrettanto realmente a livello psicologico e attitudinale.
Inoltre, al termine degli incontri, sarà garantito supporto psicoattitudinale (domande, dubbi e rivalutazioni) fino al giorno dei tuoi accertamenti ufficiali.
Infine, qualora avessi bisogno di una preparazione a 360 gradi, trovi ulteriori risorse utili anche per la Preparazione Quiz e per la Preparazione Prove Fisiche.
Invictus Concorsi non prepara le risposte, ma la Persona che risponde.