Invictus Concorsi

La Notte Prima dei Concorsi

La Notte Prima dei Concorsi

La Notte Prima dei Concorsi. Come gestire l’ansia da prestazione per Concorsi Militari e di Polizia con un ex Ufficiale psicologo selettore militare.

La Notte Prima dei Concorsi: cronologia dell’ansia da prestazione

Fino alla comunicazione della data degli orali o, peggio, degli accertamenti attitudinali, l’ansia arriva ogni tanto. Fa capolino in un pensiero, a volte ti afferra la pancia, altre volte ti si stringe un leggero nodo in gola.

Magari ti scatena un leggero formicolio in tutto il corpo, come se all’improvviso sperimentassi una voglia irrefrenabile di correre, di fare qualsiasi cosa in grado di scaricare quell’eccesso di energia.

Ad altri, invece, “stranamente” non accade proprio nulla.

Poi arrivano le date. La notte prima dei Concorsi si avvicina. I giorni esatti non lasciano scampo alla fantasia. Sono un fatto. Leggere il tale giorno “la signoria vostra è pregata di recarsi presso il centro di selezione…” rende tutto più vero.

Fissa nel granito della realtà che tu, quel giorno, salvo cause di forza maggiore (o rinunce), sarai lì e sarai sotto esame.

A questo punto, spesso, accade che tutto quel fluttuare leggero e sporadico dell’ansia e delle paure, si fissa un pò più persistentemente nel corpo e nella mente.

Inizi a sperimentare tutti i possibili sintomi di cui sopra, con maggiore frequenza e intensità.

Magari ne compiaono anche di nuovi. Tipo, fai un pò più fatica a mangiare, ovvero l’appetito ti abbandona un pò. Oppure, all’opposto, inizi a sperimentare una fame irrefrenabile, soprattutto di junk food. Magari, inizi anche a dormire con un pò più di fatica oppure ti svegli prima del previsto o ancora, sempre all’apparente opposto, dormi 12 ore al giorno e non ti sembra mai abbastanza.

La notte prima dei Concorsi…

E poi, dalle settimane, si passa ai pochi giorni. Ormai ci siamo.

E qui, un pò tutti (ma non proprio tutti), vivono un pò tutto “accelerato”. A volte una strana nuvola nella testa ti crea qualche più o meno lieve difficoltà a concentrarti. Come se, la notte prima dei concorsi, tutto apparisse un pò più confuso.

E ci siamo. Sei al centro di selezione. In sala d’attesa c’è di tutto. C’è chi tamburella con il piede. Chi non riesce a stare seduto per l’ansia, chi resta fermo, muto e immobile, come risucchiato via dalla paura, chi parla, parla senza mai fermarsi, così almeno non ci pensa.

E, ovviamente, c’è pure chi non ci pensa e basta.

Poi, all’improvviso come un tuono, senti chiamare il tuo cognome, sei dentro l’ufficio. Qui, in fondo, a meno che l’ansia non arrivi sull’orlo del panico (nella mia esperienza, su qualche migliaio di colloqui effettuati, mi è capitato solo una volta di assistere ad un vero e proprio attacco di panico durante un colloquio psicoattitudinale), tutti riescono a cavarsela. Dove, per cavarsela, intendo riuscire a consentire all’interlocutore di valutarti, rispondendo, bene o male, a tutte le domande.

La notte dopo i Concorsi…

E poi fuori, dopo quello che spesso viene vissuto come un colloquio di pochi minuti. L’adrenalina scende letteralmente nei piedi. Ci si sente stanchi ma allo stesso tempo in una strana estasi, dettata più dal rilascio della tensione precedente, che da vere e proprie scariche di gioia.

Si era quasi in trance, talmente l’ansia e la successiva difficoltà di ricordare tutte le domande poste durante il colloquio.

Al più, la maggior parte delle persone ricorda uno o due momenti salienti. Magari un evento “non ordinario” (tipo una battuta, un sorriso che non ti aspetti), oppure un momento in cui ti sei sentito/a particolarmente in difficoltà.

Per il resto, è solo attesa. Rimonta una certa quota di ansia per l’esito, ma non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella provata prima del colloquio. Adesso, sei quasi nel mood del com’è andata andata, comunque è andata!

La Notte Prima dei Concorsi: nessuna cura “miracolosa”

Ho provato a fare una cronologia dell’ansia da prestazione che ti attanaglia prima di un concorso (o di un esame importante) da un punto di vista narrativo.

Ovviamente, per fare ciò mi sono basato sia sull’esperienza diretta, quando a mio tempo mi candidai per il concorso per Ufficiali psicologi a nomina diretta dell’Esercito, sia sulla base della successiva esperienza in qualità di addetto alla selezione psicoattitudinale per tutti i concorsi di forza armata.

Non è il Verbo, non è la Bibbia, non è un manuale scientifico. E’ il linguaggio spontaneo di una persona qualsiasi tra miliardi di altre persone.

Eppure ci tengo a partire da questo scorcio di vita possibile, per ribadire un concetto molto importante, banale, eppure sempre molto attuale: non è possibile eliminare l’ansia da prestazione.

A molti sembrerà scontata, se non addirittura offensiva (tale la banalità di) questa affermazione.

Eppure, in alcune comunicazioni promozionali, troppo spesso, leggo messaggi che ammiccano, più o meno spudoratamente, a questo desiderio universale di non voler soffrire (pensiero magico).

Una qualche magia, una tecnica miracolosa, capace di mettere a tacere la paura dell’ignoto o, meglio, di vivere, una volta per tutte.

Voglio fare anti-marketing, a costo di apparire burbero e spaventoso: la paura e l’ansia non si eliminano (a meno che usiate psicofarmaci), si affrontano.

I selettori sanno che sei in ansia!

Del resto, il selezionatore sa benissimo, se ha un minimo di esperienza, che sei in ansia.

Il punto è che, proprio come per quanto riguarda i famosi “difetti”, non è che sarà oggetto di valutazione, tra le altre cose, se sei in ansia, perché lo diamo per scontato.

Il vero punto valutato sarà piuttosto il tuo personale rapporto con le tue ansie e le tue paure (e, più in generale, con i tuoi “difetti”).

E’ un rapporto sereno? Oppure è un rapporto conflittuale/negato?

Sei tutto sommato capace di accettarla? O sei il tipo di persona che vuole far intendere di essere perfetta e la nega costantemente?

Ti lasci sopraffare? O, nonostante tutto, riesci a raggiungere un obiettivo?

E’ questo (e ovviamente molto altro) che interessa ai selettori.

Va da sé che la tua via “maestra”, non sarà né far finta di essere dei supereroi, né, all’estremo opposto, palesemente insicuri.

La Notte Prima dei Concorsi: la via dell’accettazione

Come affrontare, dunque, l’ansia da prestazione?

Innanzitutto, ho utilizzato un verbo assolutamente scorretto. L’ansia non si affronta, a mo’ di sfida, si accetta.

Come si accetta?

Si può fare in diversi modi, non esiste un ricettacolo. Tra i diversi modi, quelli che ho trovato più utili in assoluto sono due, uno di natura cognitiva (pensieri) ed emotiva (emozioni) e uno di natura comportamentale.

Con i primi due faccio riferimento al concepire (e provare a sentire) l’ansia come indicatore motivazionale.

Passare dal concepire l’ansia quale sensazione sgradevole, a segno della tua forte motivazione.

Sei in ansia perché ci tieni, molto, per il concorso in questione.

Secondo, sfruttare l’ansia, che è sempre attivazione (energia), anziché per rimuginare su eventuali pensieri e scenari catastrofici, per darsi da fare.

Hai l’ansia? Ripeti le materie di studio, vai a correre. Convoglia l’eccesso di energia verso l’obiettivo.

Ma non esagerare. Quando è l’ora di dormire, dormi. Quando devi mangiare, mangia (possibilmente sano).

Ormai è risaputo anche a livello scientifico, che dormire poco/male e mangiare troppi zuccheri e grassi aumentano, tra le altre cose, ansia anticipatoria e depressione.

Se quanto appena condiviso non dovesse sortire gli effetti desiderati, prova (su YouTube) con il rilassamento progressivo di Jacobson e la respirazione tattica.

Preparati con un ex Ufficiale psicologo selettore militare

Tuttavia, se senti che tutte queste strategie (incluse quelle frutto della tua personale creatività) non dovessero sortire l’effetto desiderato, che (ricordo) non è eliminare l’ansia ma renderla più gestibile, tollerabile e al limite “sfruttabile”, affidati alla consulenza di Invictus Concorsi. Contattami.

In due appuntamenti (Test psicoattitudinali + Colloquio), ti restituirò tutte le tue risorse e tutte le tue eventuali criticità e suggerimenti per migliorarle.

In modo da aumentare sia il tuo grado di consapevolezza, sia il tuo grado di autoefficacia personale.

Inoltre, al termine della preparazione, sarà garantito supporto psicoattitudinale (domande, dubbi e chiarimenti) fino al giorno dei tuoi accertamenti attitudinali.

Con Invictus Concorsi non perdi mai: o vinci, o impari.

La Notte Prima dei Concorsi