Come affrontare i test psicoattitudinali? Scoprilo con un ex Ufficiale psicologo selettore militare.
Sempre più frequentemente mi imbatto in giovani aspiranti militari e di polizia che chiedono di conoscere in anticipo i test psicoattitudinali.
Altri, chiedono dei vari colloqui (psicologo/psichiatra/perito selettore) previsti dai relativi accertamenti attitudinali.
Con questo post, quindi, intendo fornirti informazioni utili in merito all’atteggiamento migliore con cui affrontare i test psicoattitudinali ai concorsi per Forze Armate e Forze dell’Ordine.
Sulla base della mia passata esperienza in qualità di Ufficiale psicologo selettore, posso dirti che il tuo atteggiamento è il fattore più importante. Anche della tua eventuale conoscenza delle domande dei vari test/colloqui.
Come affrontare i test psicoattitudinali? Non coltivare false speranze!
Prima di offrirti alcune indicazioni utili, consentimi di fare una premessa molto importante.
Spesso, dietro questa domanda specifica di voler conoscere in anticipo le domande dei test e dei colloqui psicoattitudinali, si cela una domanda più profonda.
Si tratta, nella mia esperienza, di una domanda “magica”, che molto spesso viene posta anche in psicoterapia. Una domanda che, se potessi tradurre esplicitamente, suonerebbe più o meno così: “Dottore, può aiutarmi ad eliminare la mia ansia da prestazione”?
Purtroppo, per te e per la mia categoria professionale (perché in fondo, anche se non lo diciamo mai ad alta voce, il nostro desiderio è sempre quello di “curare” l’altro): non è possibile.
Lo ripeto: non è possibile.
E, bada bene, chi ti promette altrimenti sta giocando con (abusando) la tua più o meno accentuata ansia da prestazione.
Come affrontare i test psicoattitudinali? Non esistono “cure” miracolose
Quindi, prima ancora di parlare di atteggiamento “giusto” con cui affrontare i test psicoattitudinali e i relativi colloqui, permettimi di partire da una verità invalicabile: non esistono “cure” miracolose, né in ambito concorsuale, né in ambito psicoterapeutico.
Ti dirò di più. Spesso, in un quadro “ossessivo”, ovvero dettato dal disperato tentativo di lenire l’ansia dell’ignoto, più informazioni reperisci e più aumenta la tua ansia da prestazione.
Come affrontare, dunque, i test psicoattitudinali ai concorsi per Forze Armate e Forze dell’Ordine?
Fai mindfulness
So che suonerà alquanto paradossale ma, in molti casi, quando si tratta di affrontare una sfida, la cosa migliore da fare (prima indicazione) è quella di fare mindfulness. Ovvero di affidarsi con un atteggiamento non giudicante allo svelarsi del tempo e delle circostanze.
Non a caso parlo di “tempo”. Ogni giorno leggo sul web decine di post dove, nella stragrande maggioranza dei casi, si intuisce una forte ansia rispetto all’attesa dei risultati delle prove.
Domande riguardanti il proprio e altrui punteggio. Domande riguardanti i test e i colloqui. Interrogativi che, sebbene all’apparenza palesino una necessità conoscitiva, in realtà molte volte, almeno nella mia lettura, dimostrano una certa difficoltà nell’attendere semplicemente i risultati.
Studia bene il bando di concorso
Per non parlare poi delle innumerevoli domande che implicitamente palesano una lacuna molto importante nell’affrontare il concorso, ovvero il non aver letto e studiato attentamente il bando, che invece dovrebbe essere il primo passo fondamentale per orientare con successo i tuoi sforzi (leggi L’ABC della Selezione Psicoattitudinale).
Ovviamente, con questo non sto affermando che è inutile studiare e prepararsi, tutt’altro!
Tuttavia, c’è un tempo per riflettere e c’è un tempo per agire.
Durante il tempo della riflessione concediti tutto, qualunque desiderio, sentimento, pensiero o emozione (a meno di sperimentare effetti talmente deleteri e debilitanti tali da non riuscire nemmeno a pensare!).
Allenati alla Frustrazione dell’attesa
Ma quando passi all’azione, ossia quando inizi il tuo concorso, l’assoluta indicazione che mi sento di darti è quella di cui sopra, ovvero di affidarti a te stesso/a e alle tue capacità, inclusa quella di “stare” nell’attesa.
Questo allenamento mentale potrà tornarti molto utile sia nell’affrontare i vari test, sia nell’affrontare il/i colloqui/o psicoattitudinali, perché ti aiuterà a gestire l’ansia da prestazione che inevitabilmente proverai, ossia accogliendola per quello che è (o che dovrebbe essere): il tuo forte desiderio di farcela; e, allo stesso tempo, non aggiungendo a questa forma di ansia “positiva” la paura dell’ansia, ossia il panico.
Rifuggi, dunque, dall’impellenza di conoscere tutto prima, soprattutto se senti di non essere animato/a dal semplice desiderio e dalla curiosità di conoscenza, ma invece ti spinge l’illusione di poter controllare la tua paura dell’ignoto.
3 buoni motivi per saper aspettare
Primo perché, come detto sopra, non faresti che accrescere in realtà la tua ansia da prestazione.
Secondo, perché dubito fortemente che riusciresti a comprendere a livello tecnico, considerati tutti gli anni di studio e di pratica necessari ad uno Psicologo/Psichiatra per fare ciò, le implicazioni diagnostiche delle domande dei test psicoattitudinali.
E terzo motivo: se anche dovessi riuscirci, il rischio insito in un simile approccio (quello di voler imparare le presunte risposte “giuste” per lenire l’ansia) potrebbe essere quello di mostrare un profilo psicoattitudinale non aderente alla realtà della tua Persona, decretando quasi certamente il tuo insuccesso.
Precisato ciò, se vuoi conoscere in via generale i test psicoattitudinali militari e di polizia clicca qui.
Costruisci la tua Autoefficacia
La mia seconda indicazione riguarda la costruzione della fiducia.
Non a caso parlo di “costruzione”. Molte persone, ancora oggi, sono convinte che avere fiducia in se stessi sia una sorta di dote innata, data alla nascita e pertanto immodificabile.
In realtà, la fiducia in se stessi, la cosiddetta autoefficacia, si può accrescere e come!
Ma per fare questo devi necessariamente basarti su due gradi di conoscenza e un grado di esperienza indispensabili per attuarla in modo maturo e responsabile:
- conoscenza del contesto: ovvero approfondire la conoscenza del ruolo e della Forza Armata o di Polizia desiderata;
- conoscenza di sé stessi, ovvero riflettere sui propri punti di forza e limiti caratteriali;
- mettersi in gioco, non c’è niente da fare: puoi studiare tutti i libri di questo mondo, prepararti nelle migliori scuole e con i migliori docenti ma se non ti metti in gioco, se non alzi gradualmente l’asticella della tua comfort zone, se non ti esponi, difficilmente accrescerai il tuo senso di autoefficacia.
Detto ciò, se senti per qualunque motivo (ansia inclusa) la necessità di misurarti PRIMA di candidarti o prima di iniziare a studiare per un concorso militare o di polizia con il tuo grado di “prontezza” psicoattitudinale, perché magari da solo/a non riesci a riflettere in modo lucido e approfondito sulla tua Persona, allora ti consiglio di prendere in considerazione la possibilità di affidarti ad una società/professionista in grado di aiutarti nel processo. Contattami senza impegno.
Impara a presentarti
La mia terza indicazione è la sincerità.
Dove sincerità non significa dire tutto di te senza riserve e senza difese.
E non significa nemmeno, ovviamente, mentire e mostrarti “migliore” di ciò che senti di essere.
Molti confondono la sincerità in ambito concorsuale con questi due “estremi”: o dico tutto ma proprio tutto, oppure devo fingere di essere perfetto/a.
In realtà, noi siamo tante cose. Alcune parti di noi sono quelle più socialmente e spesso personalmente desiderabili (altruismo, socialità, senso di responsabilità, ecc.), altre parti, generalmente, le riteniamo e sono ritenute non desiderabili (invidia, gelosia, egoismo, negligenza, ecc.).
Percorri la via del Coraggio
E’ ovvio, arrivati a questo punto, che l’approccio a mio avviso “migliore” per affrontare un colloquio psicoattitudinale, non è quello di mentire, ovvero di non presentare, laddove richiesto, anche queste parti “meno nobili”, ma è quello di sottolineare e allineare, rispetto alla Forza Armata o di Polizia e al relativo ruolo per cui si concorre, quegli aspetti di te che tu ritieni essere maggiormente appetibili per quella posizione.
Capirai bene che puntare sui tuoi “reali” punti di forza non è assolutamente “manipolare”, “sedurre” o peggio ingannare l’altro.
E’ come dire: so di non essere perfetto/a, so di esprimere anche parti di me a volte spiacevoli o socialmente non desiderabili, so di essere anche questo ma so, altrettanto fermamente, di essere anche molto altro, e cercherò di trasmetterlo.
Come Affrontare i test psicoattitudinali: ulteriori indicazioni
- Leggi le istruzioni con calma;
- Leggi con attenzione le domande;
- Rispondi sinceramente: eventuali tentativi di manipolazione del test, oltre ad essere rilevati (e quindi inutili), saranno certamente approfonditi durante il successivo colloquio psicoattitudinale;
- Non cercare di interpretare le domande: il test non è una sorta di “trappola”, ma solo un’occasione per farsi conoscere!
- Non perdere tempo: rispetta le consegne (eventuale tempo “massimo o suggerito” di esecuzione e altre eventuali istruzioni aggiuntive);
- Limita le incertezze: se un test prevede un certo numero di domande/affermazioni è perché ci si aspetta una risposta. Adottare l’atteggiamento (inutile e pregiudicante) del “meno rispondo, meno appigli fornirò ai valutatori”, ovviamente non costituisce la strada più proficua per essere valutati con serenità;
- Infine, presta attenzione alle doppie negazioni. Come in matematica: meno (falso) per meno (avverbio di frequenza negativa, es. “Mai, Raramente, ecc.”), fa più! Dunque, se rispondo “falso” dove c’è l’avverbio “mai”, sto affermando il contrario, ossia “sempre”. Dove c’è “raramente”, rispondendo falso, sto affermando il contrario, ossia “spesso” e così via!
Come affrontare i test psicoattitudinali? Ricapitoliamo
Quindi, ricapitolando:
- percorri sempre la via del Coraggio di “stare”, anche nelle emozioni e nei sentimenti più sgradevoli (ansia, paura, attesa), perché costituisce un allenamento prezioso per le tue future sfide concorsuali (e di Vita);
- costruisci la Fiducia nelle tue capacità di affrontare il concorso, attraverso la conoscenza (della tua Persona e del contesto/ruolo a cui aspiri) e l’esposizione, graduale ma inarrestabile, alle situazioni che ti creano maggiormente disagio;
- coltiva sempre la strada della Sincerità.
A te, che sogni di difendere la Giustizia, le libere Istituzioni e le Persone di questo e spesso di altri Paesi in giro per il mondo, inizia ancor prima di varcare la soglia di una caserma a coltivare quegli stessi valori che ti troverai molte volte a dover difendere.
Buon Concorso.