Colloquio Psichiatra Militare e di Polizia. Indicazioni utili con il Cap. (cpl.) Psicologo Vincenzo Castaldo, ex selettore militare.
Colloquio Psichiatra Militare e di Polizia – Introduzione
Il colloquio psicoattitudinale condotto dagli Psichiatri (militari e civili) nei Concorsi Militari e di Polizia, similmente a quello condotto dagli Ufficiali psicologi, ha come scopo quello di valutare la personalità dei candidati e il loro livello generale di attitudine al ruolo.
Questo step ha, però, una particolarità tutta sua. Data la valenza medico-legale di una valutazione psichiatrica (essendo lo psichiatra un medico, prima di tutto), a livello concorsuale rientra nella valutazione dell’idoneità psicofisica.
Questo step, come sappiamo, generalmente avviene prima degli accertamenti attitudinali e fa riferimento alle visite mediche specialistiche previste dal concorso.
Ciò significa che quando un aspirante militare o agente delle forze dell’ordine arriva agli accertamenti attitudinali, ha già incassato un primo importante “si” a livello psicoattitudinale.
Tuttavia, ci sono circostanze in cui, pur figurando come step precedente in chiave concorsuale, fattivamente avviene contestualmente alla fase degli accertamenti attitudinali.
Idoneità Psico-fisica nei Concorsi Militari e di Polizia
Per quanto riguarda la valutazione dell’idoneità psicofisica, lo psichiatra militare adotta uno sguardo più medicalizzato dell’Ufficiale psicologo e, ancor più, del Perito selettore (che si occupa solo di valutazioni attitudinali e non psicologiche).
Ovviamente, questo non significa che l’Ufficiale psichiatra non farà domande attitudinali, anzi! Tuttavia, possiamo affermare che il suo focus sarà per lo più di natura clinica.
Volendo utilizzare una metafora visiva, possiamo immaginare un continuum psico-attitudinale, dove ad un estremo abbiamo la valutazione psicologica e all’altro estremo la valutazione attitudinale.
Ecco, l’Ufficiale psichiatra si pone verso il primo polo (personalità), al centro possiamo immaginare l’Ufficiale psicologo e all’altro estremo (attitudine) il Perito selettore.
Seguendo questo schema, possiamo affermare che laddove lo psichiatra mette a fuoco per lo più aspetti clinici legati alla psiche dei candidati e il Perito selettore pone l’accento esclusivamente sull’attitudine, l’Ufficiale psicologo costituisce una sorta di trait d’union tra le due istanze.
Mentre, se vogliamo ancora seguire questo schema, lo psichiatra militare e di polizia lo si può intendere come punto di unione tra la componente medica (idoneità psicofisica) e quella psicoattitudinale (accertamenti attitudinali).
Colloquio Psichiatra Militare e di Polizia – Aree di Valutazione
Il colloquio psichiatrico militare e di polizia, come sopra accennato pone maggiormente accento sulle varie componenti psicofisiche ritenute in grado di incidere a livello intrapsichico e interpsichico sulla vita dei candidati.
Il loro sguardo si poserà in modo importante su tutte quelle condizioni mediche e psicologiche, storiche e attuali, in grado di incidere sulla vita psichica delle persone.
Le aree di valutazione, similmente al contesto civile, si suddividono in:
- area medica, condizioni psicofisiologiche di potenziale rilevanza psichiatrica;
- area dei sintomi;
- area senso-percettiva;
- area cognitiva;
- area emotiva;
- area relazionale;
- area attitudinale;
Per farti un’idea più puntuale sulle possibili cause di non idoneità psichiatrica, puoi leggere l’elenco delle imperfezioni e delle infermità che sono causa di non idoneità al servizio militare.
Colloquio Psichiatra Militare e di Polizia: Esito valutazione
Il colloquio psichiatrico militare può dare diversi esiti in chiave medico-legale, ma soltanto due in chiave concorsuale (idoneo o non idoneo).
In caso di idoneità psichiatrica, dunque, possiamo avere per lo meno la relativa sicurezza che la nostra personalità risulta potenzialmente idonea al ruolo a concorso. Ovvero, sufficientemente armonica e integrata.
Questa, naturalmente, costituisce solo la base per la successiva valutazione psico-attitudinale: bisogna, infatti, risultare anche adatti a ricoprire quel determinato ruolo.
Attitudine che viene maggiormente valutata da Ufficiali psicologi e Periti selettori.
In caso di non idoneità psichiatrica, ci tengo moltissimo a precisare che la valutazione non necessariamente ha evidenziato la presenza di un disturbo psichiatrico.
Nella maggior parte dei casi, a mio avviso, la non idoneità psichiatrica si basa su sfumature critiche di personalità che non hanno alcuna rilevanza psichiatrica.
Cosa significa?
Che il livello di selezione operato in ambito militare e di polizia è ben più stringente che in ambito civile.
Il livello di stress psicofisico a cui può essere sottoposto un militare e, forse ancor più, un agente delle forze dell’ordine può risultare alquanto elevato.
Se a questo poi si aggiunge:
- la disposizione costante delle armi da fuoco;
- il pericolo a cui si può essere esposti;
- reperibilità costante (anche fuori servizio);
- e le situazioni di intervento, spesso costellate da miseria umana e sociale.
Beh, puoi immaginare perché le maglie selettive possono risultare alquanto strette e, sovente, incomprensibili ai colleghi civili.
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